martedì 4 settembre 2012

Se proprio dobbiamo, saremo dei qualunquisti


E’ in grado di catalizzare l’attenzione su di sé, ogni volta che apre bocca; potrebbe essere sintetizzata così la colpa più grande che, indirettamente, viene riconosciuta a Beppe Grillo dai suoi avversari. L’uomo nuovo della politica italiana, è diventato in poco tempo, da fenomeno antipolitico da quattro soldi, a bersaglio pericoloso attaccato da destra a sinistra, da sopra a sotto, senza esclusioni di correnti, alleanze, giornali, partiti. Lo accusano di metodi fascisti, di squadrismo, di linguaggio antidemocratico, di maleducazione gratuita. La campanella dall’allarme è suonata soltanto qualche mese fa: il grande successo alle amministrative e i primi risultati dei sondaggi nazionali, hanno mostrato una situazione del tutto preoccupante e delicata per le poltrone dei professionisti della politica. E dall’indifferenza e lo scherno, si è passati all’invettiva e alla critica quotidiana, con opere di delegittimazione e screditamento. Ma per fortuna dei 5 stelle e del suo leader, le crociate non stanno, per ora, avendo gli effetti sperati. Anzi; da un lato infatti, c’è un Movimento composto da semplici cittadini che si propone di prendere parte alle decisioni del proprio Paese; dall’altro ci sono personaggi che proclamano da decenni la lotta al malcostume e sguazzano nella corruzione, che s’impossessano indebitamente di soldi pubblici, che si spartiscono il potere e fanno affari grazie alle posizioni che ricoprono. Chiaramente, in tutto questo, sono ancora alcuni i dubbi e le curiosità che aleggiano attorno al Movimento, su cui il proprio leader o chi per lui, farebbe meglio a far chiarezza il prima possibile. Per esempio: Come proiettare ciò che di buono è stato fatto a livello locale, sul piano nazionale? Se la legge elettorale dovesse rimanere la stessa, a chi spetterà la scelta dei parlamentari? Con quali criteri? Che requisiti dovranno avere i candidati? Ma se “cavalcare l’onda del malcontento”, “dare voce all’uomo medio”, o “stare dalla parte dei perdenti” viene definito qualunquismo, preferiremo essere dei qualunquisti.