giovedì 12 luglio 2012

Il ritorno dei morti viventi

La ridiscesa in campo. Qualcuno se la sarebbe aspettata? Io sinceramente no. Qualche mese fa scrissi, quando arrivò il calcione rotante da Berlino per farlo fuori, che per il nostro paese veniva definitivamente archiviata  un'epoca durata quasi vent'anni e ribattezzata forse troppo semplicisticamente dagli storiografi "berlusconismo". L'Europa in crisi, l'Italia in recessione, coraggiosi delfini disposti a gareggiare tra di loro per raccoglierne l'eredità politica, sembravano aver messo definitivamente una pietra sopra le ambizioni secolari dell'(im)prenditore di Arcore. Gli stessi mesi vissuti nell'ombra, intervallati soltanto da qualche sproloquio in materia economica degni del più grande statista degli ultimi 150 anni, come "produciamo una nostra valuta" o "abbondiamo l'Euro", ci avevano fatto pensare che il minuto 76enne si fosse ormai convinto a trascorrere la sua pensione tra nipotine e nipotini nelle sue innumerevoli ville. Le televisioni in crisi, la pubblicità a picco, i risarcimenti milionari pagati negli ultimi mesi e i processi da affrontare, rischierebbero di affossare chiunque non avesse una via privilegiata per provare a rimanere a galla. E pensandoci bene, i presupposti per far sentire ancora la propria voce sono rimasti invariati: un partito a sua totale e completa disposizione, disponibilità economiche consistenti, avversari politici senza spessore. Ma avendo imparato a conoscere il personaggio, tutto dev'essere preso con le pinze, perché tutto è il contrario di tutto da sempre quando apre bocca. I numeri non sono assolutamente dalla sua parte e questo lo sa bene anche lui. Per questo motivo, il trampolino di rilancio dev'essere pianificato con largo anticipo. Una maxi coalizione Pdl, Pd e Udc per "non interrompere il lavoro intrapreso dai tecnici", "raggiungere il pareggio di bilancio" e "dare una nuova credibilità al paese", è l'obiettivo da raggiungere per riconquistare abusivamente un paese che non lo vuole più. Grillo permettendo.


Fp

martedì 3 luglio 2012

L'emigrazione in Sardegna

Occupandomi da qualche mese delle questioni che hanno a che fare con emigrazione e italiani all'estero, per via della collaborazione con il Com.It.Es Madrid, qualche giorno fa, ho avuto la fortuna d'imbattermi nella lettura del "Rapporto Migrantes Italiani nel Mondo 2012" redatto dalla Fondazione Migrantes e giunto quest'anno alla sua settima edizione. La mia curiosità è andata a soffermarsi ovviamente sui dati relativi alla mia regione: la Sardegna. Su una popolazione residente pari a 1.675.411 abitanti, gli iscritti regolarmente all'Aire (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) fino a dicembre 2011, sono stati 103.121. Un dato a cui chiaramente vanno aggiunti tutti coloro che non lo sono: gli studenti Erasmus, i lavoratori occasionali e "i clandestini". Una cifra che in percentuale raggiunge un'incidenza significativa, pari al 6,2% della popolazione. I paesi ospitanti che di gran lunga sono ai primi due posti sono Germania e Francia: rispettivamente con 29.285 e 24.174 iscritti. Al terzo posto il Belgio con 12.863 e soltanto all'ottavo la Spagna con 2.021. La percentuale di coloro che preferisce rimanere in Europa è dell'89,5%, mentre sono soltanto il 7,8% coloro che tentano l'avventura oltreoceano nelle due Americhe. Tra le province con il flusso migratorio maggiore troviamo quella di Carbonia-Iglesias e quella di Cagliari. Il Comune con la percentuale maggiore di emigrati, è lo sconosciuto Sindia, un paese di 1845 abitanti in provincia di Nuoro che ha ben 960 iscritti all'Aire sparsi per il mondo, con una percentuale d'incidenza del 52%. Cagliari è il capoluogo di Provincia con la percentuale più alta (3,7%), mentre Sassari quello con la più bassa (2,7%).
L'emigrazione sarda, è dunque un fenomeno che non si è mai fermato, ma è soltanto cambiato con gli anni, per via dell'abbattimento delle barriere in Europa. Sempre più frequenti anche i casi stagionali e quelli di pendolarismo, mentre il sesso più interessato è quello femminile. Siamo diventati con gli anni cittadini europei, o per meglio dire SARDI EUROPEI.


Fp